mercoledì 14 gennaio 2015

ANGUILLE ADDIO (E NON SOLO)!

 
Sulle tavole dell'Italia settentrionale l'anguilla è stata, fino a pochi decenni or sono, un piatto sempre presente, gradito e a basso costo. Dopo un temporale era sufficiente sistemare una nassa all'imbocco dei canali d'irrigazione per catturarne a decine. Oggi la situazione è drasticamente cambiata.

 "È sempre più preoccupante innanzitutto la situazione delle anguille europee, una situazione che secondo Ocean2012 richiederebbe "il fermo assoluto di tutta la pesca". A fine 2010 l'Unione Europea, pressata dalla comunità scientifica e dalle associazioni ambientaliste, ha tentato di negoziare un divieto temporaneo di pesca sulle anguille, ma non è andato a buon fine, specialmente per l'opposizione della Francia, che rifornisce l'ampio e remunerativo mercato cinese con le anguille pescate nel Golfo di Biscaglia."
 
E' di oggi la risposta del Prof. Paolo Galli  (Ecologo Università Bicocca) ad un lettore, pubblicata sul Corriere della Sera, dove si legge a proposito del rischio d'estinzione dell'anguilla: "Questi pesci hanno intrapreso una strada evolutiva difficilmente compatibile con l'antropizzazione del mondo". Ed ancora: "Ci sono poi nuove malattie diffuse attraverso gli allevamenti, l'inquinamento delle acque ed il bracconaggio. Tutto questo ha ridotto in pochi anni gli stock ittici di oltre il 99%."

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