mercoledì 31 dicembre 2014

NIENTE BOTTI PLEASE....

AUGURI DI BUON ANNO

DAL CIRCOLO

LEGAMBIENTE VAL LEMME

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Dalla campagna di sensibilizzazione di

LEGAMBIENTE PIEMONTE

Un Capodanno senza botti è possibile

Un Capodanno senza botti è possibile
Tanti auguri di buon anno a tutti. Quest’anno regaliamoci un Capodanno gioioso e senza rischi per le persone e anche per gli animali.
E’ questo l’augurio di Legambiente per i festeggiamenti che prenderanno il via a breve per celebrare la fine del 2014 e l’inizio del nuovo anno: “Facciamo in modo che sia una bella festa per tutti: evitiamo l’uso di botti che ogni anno provocano danni anche gravi alle persone e terrorizzano gli animali”.
I botti di fine anno, infatti, oltre provocare incidenti spesso gravi che possono coinvolgere anche i bambini, di norma terrorizzano gli animali da compagnia che possono reagire in modo incontrollato, fuggire e ferirsi. Sono inoltre pericolosi anche per gli animali selvatici, che proprio in un periodo già molto duro a causa del clima e della scarsità di cibo, devono fare i conti con luminarie disorientanti e rumori forti ed improvvisi da cui dover fuggire.
Negli ultimi anni è in aumento il numero di Comuni che hanno emanato atti amministrativi per vietare o regolamentare in modo restrittivo l’uso dei botti, restano però ancora tante le località dove l’inizio dell’anno viene festeggiato con spettacoli pirotecnici organizzati dalle stesse amministrazioni.
Ci auguriamo che sempre più spesso, gli spettacoli pirotecnici possano essere sostituiti da spettacoli piromusicali in cui le luci, anziché dai botti, siano accompagnate da musiche piacevoli e amiche degli animali. Non si tratta quindi di non festeggiare, ma di farlo responsabilmente

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Dalla nostra socia Iudica Sasso e dai suoi amici, un grazie di cuore!!
 
 

martedì 30 dicembre 2014

ITALGAS E MAFIA DEGLI APPALTI

Come noto, a breve inizieranno in valle i lavori di potenziamento del metanodotto SNAM denominato "Novi-Pietralavezzara" (in realtà un nuovo metanodotto che aprira' un'ulteriore ferita in val Lemme). Leggendo l'articolo di "La Stampa" viene spontaneo chiedersi: "chi arrivera' a lavorare in valle?".
Vai all'articolo "Italgas ancora a rischio di infiltrazioni criminali"

mercoledì 24 dicembre 2014

INVITO ALLA REGIONE PIEMONTE AD IMPUGNARE L'ART.38 DEL DECRETO SBLOCCA ITALIA

Riceviamo dal Circolo regionale Legambiente Piemonte e volentieri pubblichiamo l'appello alla Regione Piemonte ad impugnare il decreto Sblocca Italia, in merito alla sempificazione delle procedure amministrative per le autorizzazioni alle trivellazioni.





 Torino, 23 dicembre                                                                                             Comunicato stampa             
                             
Cresce la rivolta degli enti locali contro l’articolo 38 dello Sblocca Italia che sceglie le trivelle per fare cassa a spese dell’ambiente. L’appello di Legambiente a Chiamparino

Trivellazioni, Legambiente: “Già sei Regioni hanno impugnato il decreto Sblocca Italia. Il Piemonte cosa aspetta?”
Cresce l’opposizione delle Regioni e dei sindaci all’articolo 38 del decreto Sblocca Italia che sceglie le trivelle per fare cassa a spese dell’ambiente. Sono già 6 le Regioni che hanno deciso di impugnare di fronte alla Corte Costituzionale entro il 10 gennaio la legge 166/2014 di conversione del decreto 133/2014, grazie all’azione promossa congiuntamente dagli ambientalisti di Legambiente, FAI, Greenpeace, Marevivo, Touring Club Italiano e WWF: hanno risposto positivamente Abruzzo, Campania, Lombardia, Marche, Puglia e Veneto.

Come sostenuto e richiesto dalle associazioni, le Regioni stanno decidendo di contrastare la forzatura, voluta dal Ministero dello Sviluppo Economico, e contraria al Titolo V della Costituzione, che bypassa l’intesa con le Regioni e stabilisce corsie preferenziali e poco trasparenti per le valutazioni ambientali e per il rilascio di concessioni uniche di ricerca e coltivazione di idrocarburi. Trivellazioni che potrebbero interessare anche il territorio piemontese con diverse richieste di ricerca ed estrazione di idrocarburi.

“Siamo fortemente preoccupati per i contenuti di questo decreto, che non solo su alcune questioni strategiche esautora di fatto le competenze delle Regioni, ma ripropone una visione vecchia del Paese, che non coglie le sfide del XXI secolo e sbaglia la scelta delle priorità senza individuare criteri di utilità effettiva per il territorio e i cittadini –dichiara Fabio Dovana, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta-. Siamo convinti che il nostro Paese debba essere “sbloccato”, incidendo strategicamente nel quotidiano dei cittadini e delle pubbliche amministrazioni, con un effettivo snellimento delle procedure e una reale delegificazione, puntando alla realizzazione delle opere veramente utili a modernizzare l’Italia, ma non nella direzione individuata dallo Sblocca Italia. Speravamo –sottolinea ancora il presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta- che il decreto potesse essere uno strumento utile per modernizzare il nostro Paese, in realtà si sta rivelando una scommessa persa che rischia di avere effetti nefasti sul nostro territorio. Per questo abbiamo chiesto al Consiglio regionale e al presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino di mobilitarsi, impugnando il decreto di fronte alla Corte Costituzionale. Il Consiglio regionale ha già avuto una prima occasione per esprimersi favorevolmente al nostro appello ma ha preferito astenersi a larga maggioranza. Chiediamo ora alla Giunta e ai consiglieri di ritornare sulla questione impugnando entro il 10 gennaio il decreto così come fatto già da altre sei Regioni”.

Per Legambiente col decreto Sblocca Italia si rischia una nuova ondata di trivellazioni petrolifere con irrilevanti benefici economici e sociali ed elevati pericoli ambientali per aree di pregio naturalistico e paesaggistico. Agli attuali tassi di consumo e valutate le riserve certe a terra e a mare censite dal Ministero dello Sviluppo Economico, il petrolio estratto potrebbe coprire il fabbisogno nazionale per soli 13 mesi. Secondo le stime di Assomineraria, l’upstream, cioè la filiera di esplorazione e produzione (E&P) in Italia ed estero, vale il 2,1% del Pil italiano e con lo Sblocca Italia comporterebbe un aumento sul Pil dello 0,5%, mentre secondo il rapporto “World Travel & Tourism Council”, l’Italia ha ricavato nel 2013 dalle attività turistiche (compreso l’indotto) il 10,3% del proprio PIL.

Ufficio stampa Legambiente Piemonte e Valle d'Aosta: 011.2215851 – 349.2572806 www.legambientepiemonte.itwww.facebook.com/legambiente.piemonte.vda




lunedì 22 dicembre 2014

Saluto all'inverno

Solstizio di Inverno        

Quando avviene il solstizio d’inverno

Nel 2014 l'evento astronomico che segna l'inizio dell'inverno si verifica tre minuti dopo la mezzanotte in Italia
     
Il solstizio di inverno nel 2014 capiterà nella notte tra domenica 21 e lunedì 22 dicembre, quando in Italia saranno passati tre minuti dopo la mezzanotte. Il fenomeno astronomico del solstizio di inverno – con cui viene convenzionalmente fatta cominciare la stagione invernale (“il primo giorno d’inverno”) – è determinato da una particolare inclinazione dell’asse terrestre di rotazione rispetto al Sole. Dal punto di vista di un osservatore sulla Terra, il solstizio di inverno è il giorno dell’anno durante il quale il Sole raggiunge la sua altezza minima rispetto all’orizzonte. Per questo motivo, per via del maggior numero di ore di buio, si dice comunemente che è il “più breve” giorno dell’anno. Il 21 o il 22 dicembre sono i due giorni in cui questo fenomeno si verifica nell’emisfero nord, mentre nell’emisfero sud il solstizio di inverno capita a giugno.
Come è noto, l’avvio di ciascuna delle quattro stagioni è scandito da un evento astronomico ben preciso: gli equinozi (due) e i solstizi (altri due). Autunno e primavera iniziano nel giorno dell’equinozio, ovvero della uguale lunghezza di notte e giorno (che poi non è esattamente così, per una serie di variabili). Estate e inverno iniziano nel giorno del solstizio, nel quale le ore di luce sono al loro massimo (a giugno) o al loro minimo (a dicembre, appunto). Al solstizio di inverno è anche dedicato oggi un doodle dal motore di ricerca Google.
Il solstizio d’inverno è il momento in cui la Terra si trova in una particolare posizione della sua rivoluzione intorno al Sole – ovvero il giro intorno al Sole della durata di un anno – e nel quale si dice conclusa la stagione dell’autunno e iniziata quella dell’inverno, appunto. Insieme al solstizio d’estate e ai due equinozi di primavera e autunno, il solstizio d’inverno ripartisce il tragitto della rivoluzione terrestre in quattro quarti successivi che la Terra percorre impiegando tre mesi ciascuno: i periodi di tre mesi sono detti stagioni.

leggi tutto  http://www.ilpost.it/2014/12/21/solstizio-di-inverno-2/

 
 

domenica 21 dicembre 2014

BIBLIOTECA DEL CIRCOLO



Comunichiamo ai soci la disponibilità dei testi sopraelencati, che possono essere ritirati GRATUITAMENTE per la consultazione. Le richieste vanno indirizzate via email a quotazerovallemme@gmail.com oppure, con una semplice telefonata, ai numeri telefonici indicati nella sezione "CONTATTI".
 Circolo Legambiente Val Lemme



Buone Feste di fine anno a tutti i soci,
amici e lettori del blog!
 

TERZO VALICO, LA PROTESTA

Proteste

L'ultimo baluardo dei No Terzo Valico: "Lo difenderemo con le unghie e con i denti"

Sono i No Tav dell'Appennino ligure. Lottano contro la nuova ferrovia tra Genova e la pianura padana, che con un tunnel di 27 chilometri collegherà (per la terza volta) Liguria e Basso Piemonte. Un autunno di frane ed esondazioni ha riacceso la protesta, proprio ora che gli espropri sono quasi terminati. Ma manca ancora il campo dell'alessandrino dove partirà il traforo

di Massimiliano Salvo

 
 
 
 
 
 
L'ultimo baluardo dei No Terzo Valico: Lo difenderemo con le unghie e con i denti
I cantieri del Terzo Valico si riconoscono subito, perché sono incorniciati da reti di plastica arancione che sbucano tra le case. A volte circondano gli orti e si arrampicano sulla collina, come in via Rocca dei Corvi: il nome è da borgo medievale ma siamo nella periferia industriale di Genova, a Fegino, in un quartiere di palazzi radi, graffiti e capannoni dismessi. Dove i torrenti sono esondati lo scorso mese e la ferrovia che arriva dalle riviere incontra i binari diretti verso nord, a Torino e Milano.

In questo nodo ferroviario partirà il Terzo Valico dei Giovi, una nuova linea che collegherà - per la terza volta - Liguria e Piemonte: dopo un tunnel di 27 chilometri i treni sbucheranno ad Arquata Scrivia, al di là degli Appennini, per proseguire sino a Tortona. In Val Polcevera, a Genova, le reti arancioni spuntano un po’ ovunque. Accanto alla scuola elementare Villa Sanguineti, intorno al vecchio deposito ferroviario di Trasta o dietro al cimitero di Bolzaneto. E lungo i binari della ferrovia: è qui che durante l’alluvione del 10 ottobre una frana ha fatto deragliare un Freccia Bianca diretto a Torino. La procura di Genova indaga e per ora non ci sono certezze sull’accaduto, ma i No Terzo Valico della zona non hanno dubbi.

Nuovo appello del Forum italiano dei movimenti per l'Acqua, Bene Comune


Ultimi giorni per firmare la petizione per l'acqua

Il Governo Renzi sta tentando di raggiungere il risultato cui sinora nessun governo era riuscito ad arrivare: la privatizzazione dell'acqua e dei servizi pubblici locali.
Lo fa attraverso due provvedimenti: il decreto "Sblocca Italia" e la legge di stabilità.
 

mercoledì 17 dicembre 2014

PREMIO LUISA MINAZZI - AMBIENTALISTA DELL'ANNO 2014







 
Casale Monferrato, 17 dicembre 2014                                                       Invito Stampa

Premiazione Ambientalista dell’anno 2014

Casale Monferrato, giovedì 18 dicembre ore 16

Alla cerimonia saranno presenti Giovanni Maria Flick e Vittorio Cogliati Dezza


Coraggio, generosità e senso del bene comune. Sono questi i tratti distintivi degli otto finalisti del premio “Luisa Minazzi-Ambientalista dell’anno 2014” promosso da Legambiente e dal mensile La Nuova Ecologia. La consegna del riconoscimento, realizzato con il sostegno di Weleda, avverrà giovedì 18 dicembre a partire dalle ore 16 presso la Sala Consiliare del Comune di Casale Monferrato, città natale di Luisa Minazzi, l’attivista simbolo della lotta contro l’amianto scomparsa nel 2010. Alla cerimonia saranno presenti Giovanni Maria Flick, già ministro di Giustizia e presidente della Corte Costituzionale, e Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente, che dialogheranno con la giornalista de La Stampa Silvana  Mossano sui temi della giustizia, a partire dall’urgenza dell’approvazione della legge sui reati ambientali.

Per maggiori informazioni e per le schede dei candidati: www.premioluisaminazzi.it

La cerimonia sarà trasmessa in diretta su www.lanuovaecologia.it


Ufficio stampa Legambiente Piemonte e Valle d'Aosta: 011.2215851 – 349.2572806 www.legambientepiemonte.itwww.facebook.com/legambiente.piemonte.vda

lunedì 15 dicembre 2014

SUBITO I REATI AMBIENTALI NEL CODICE PENALE!

In nome del popolo inquinato!
FIRMA LA PETIZIONE PER I REATI AMBIENTALI NEL CODICE PENALE
Continua la mobilitazione per ottenere l’introduzione degli ecoreati nel nostro ordinamento. Legambiente e Libera hanno promosso una petizione on line, alla quale hanno aderito già 23 associazioni nazionali, per chiedere al Senato di approvare celermente la legge sui delitti ambientali nel Codice penale. Dopo l’approvazione alla Camera, a fine febbraio, le commissioni competenti di Palazzo Madama stanno esaminando il provvedimento ma il via libera tarda ad arrivare.
Da mesi chiediamo al Parlamento di fare presto e per rafforzare la nostra azione abbiamo coinvolto associazioni di categoria, studenti, comitati e altre realtà organizzate per rivolgere assieme un appello al Presidente del Senato Pietro Grasso e ai Presidenti delle Commissioni Giustizia e Ambiente, Nitto Palma e Marinello.Come ha confermato anche la recente sentenza sul caso Eternit, non c’è più tempo da perdere. È ora che il Senato approvi subito il provvedimento con piccole modifiche e senza stravolgimenti.
Affinché non ci siano più disastri ambientali impuntiti, subito i reati ambientali nel Codice penale!
Firma la petizione e aiutaci a diffonderla.
Basta andare a questo link:
www.change.org/legambiente-ecoreati

domenica 14 dicembre 2014

APERITIVO DI FINE ANNO

 
 
Sabato 13 dicembre ci siamo incontrati ai Certosini per l'appuntamento conclusivo del progetto Oltre il mio orticello a cui il nostro circolo ha aderito.
L'iniziativa è stata finanziata con i contributi dell' 8 per mille alla Chiesa Valdese, a cui va il nostro ringraziamento, e ha avuto come obiettivo la promozione di iniziative di sensibilizzazione sul tema dell'agricoltura biologica, con il coinvolgimento di categorie sociali svantaggiate.

Il progetto ha visto l'organizzazione di un corso di orticoltura biologica (guardate i post del 28 maggio e 11 giugno), dell'orto scolastico presso le scuole elementari di Arquata e l'adesione alla Festa dell'Albero, evento che purtroppo abbiamo dovuto posticipare a causa delle alluvioni e del maltempo che continua a imperversare.

E' stata una bella festa per  salutarci e  scambiarci gli auguri di buone feste!



Ed è stata anche l'occasione per guardare insieme, in anteprima, l'intelligente, delicato ed eloquente video "La zappa sui piedi", realizzato da Andrea Pierdicca e Enzo Monteverde, prodotto da Unaapi con la partecipazione di Conapi
https://www.youtube.com/watch?v=1gjsSdoyfc4
 
Il messaggio trasmesso dalle immagini, dalla musica, dai volti  e dalle parole di coloro che hanno fatto la scelta di una agricoltura viva  giunge chiaro e immediato.
Francesco Panella, presidente Unaapi http://www.mieliditalia.it/, ha spiegato il motivo  che è all'origine di tale iniziativa. La proiezione del video in occasione di eventi culturali, scuole e realtà associative permetterà una raccolta fondi per sostenere i costi di remunerazione di esperti in materia che intervengano nel dibattito pubblico in corso a Bruxelles in merito alla regolamentazione dei pesticidi in agricoltura  => http://www.beelife.it
Si cercherà dunque di frenare la lobby dell'industria agrochimica e portare avanti le ragioni della richiesta di messa al bando dell'uso in agricoltura di sostanze chimiche, nocive per le api, l'ambiente e dunque la salute umana.

 

 
 Al termine della proiezione, Francesco ha spiegato la situazione nelle nostre valli e in particolare nelle zone di produzione del Gavi e come sia paradossalmente difficile la convivenza tra le api e le vigne...
Il nostro circolo cercherà, per quanto possibile, di stimolare il dibattito e di sollecitare gli enti competenti per un cambio di rotta nell'uso dei pesticidi in agricoltura.

La conversazione è proseguita davanti al tavolo del buffet e al fuoco del camino...

 
Ringraziamo tutti coloro che hanno partecipato e preparato il buffet, ai soci Barbara e Roberto dell'agriturismo La Sereta per averci fatto gustare i loro sciroppi e sambuchini e al socio Vittorio Tallone per averci fatto scoprire la sua produzione di ceci!
 
UN GRAZIE DI CUORE AI NOSTRI OSPITI CRISTINA E MARIO LOMBARDINI, SQUISITI PADRONI DI CASA CHE METTONO SEMPRE A DISPOSIZIONE DEL CIRCOLO I LOCALI DELLA LORO INCANTEVOLE CASA CERTOSINI!

  
 
 


Sintesi del Convegno su alluvioni e centraline sui nostri torrenti

Riceviamo da Antonello Brunetti una SINTESI DEGLI INTERVENTI AL CONVEGNO DI SILVANO d’ORBA del 15 novembre scorso  sulla gestione dei torrenti e sulle centraline idroelettriche della Scrivia e dell’Orba.
 
 

 
Michela Sericano
Ha richiamato il Piano Paesaggistico Regionale che deve orientare le decisioni di Province e Comuni e che attribuisce al Piota un ruolo di corridoio ecologico da preservare e migliorare dal punto di vista della biodiversità, con la riduzione degli impatti negativi sul paesaggio e sull’ambiente.
La lunghezza del canale (tra la traversa che si vorrebbe ricostruire e il punto di restituzione nel Piota, subito dopo la centrale, è di 2 chilometri.
La centrale e il canale ricadono in “Area con pericolosità molto elevata o elevata” nelle tavole del PAI e del Piano Regolatore del Comune di Silvano d’Orba e la zona tra la strada per la Pieve e l’alveo inciso del Piota su cui si vorrebbe realizzare l’edificio di centrale è stata invasa dalla recente piena.
Ha poi documentato con foto i fenomeni erosivi del fondo alveo e di tratti di sponda del Piota con la messa a nudo (nel 2011) delle condotte di gas e acqua al guado della Pieve.
 
Piero Mandarino ha cercato di demolire i luoghi comuni che spesso si sentono al “bar sport”: dal classico “hanno aperto le dighe” al “bisogna dragare i fiumi”.
Lo ha fatto utilizzando schemi animati, foto,documenti e studi delle autorità idrauliche e articoli di giornali. Ha illustrato la dinamica della piena dell’Orba del 16 ottobre originata da precipitazioni che hanno interessato intensamente solo una parte dei bacini degli affluenti. Ciò nonostante la piena ha invaso tutte le golene arrivando in certi tratti a lambire la sommità degli argini esterni e causando la distruzione di 20 metri di argine in sponda destra nei pressi di Fresonara.
La piena ha inoltre asportato alcuni tratti di strade golenali su entrambe le sponde .
I Piani di bacino prevedono dal 1996 una nuove arginature per restituire spazio alle piene del torrente non ancora realizzata per le osservazioni critiche presentate a suo tempo dai Comuni.
Resistenze delle Amministrazioni locali si erano registrate anche sui vincoli previsti prima dal PTO del Po e poi sulle aree di laminazione inserite dalle integrazioni al Piano di Assetto Idrogeologico.
Ha ricordato il rilievo topografico di 32 sezioni trasversali del Piota effettuato tra il 2007 e il 2008 nell’ambito degli studi sul Corridoio Ecologico (poi “diluito” nel Contratto di Fiume) quale base per verificare nel tempo l’evolversi della morfologia dell’alveo.
Citando Roberto Passino (già Segretario generale dell’Autorità di Bacino) ha ricordato che i “disalvei” (ossia il dragaggio del fiume) sono quasi sempre “soluzioni solo illusorie” : basti pensare alle intense escavazioni degli anni ’70 nell’Orba e affluenti e individuate dal CNR tra le concause della disastrosa e luttuosa alluvione dell’ottobre 1977.
I fattori che possono contribuire a facilitare l’innesco dei dissesti? Realizzazione di centri residenziali, aree produttive, infrastrutture nelle aree di pertinenza fluviale, errate progettazioni delle difese fluviali e delle opere di attraversamento (rii intubati, opere sottodimensionate), carenza di manutenzione e controlli, escavazione dissennata di materiali inerti dai fiumi (approfondimento degli alvei), incendi, aumento delle superfici impermeabili (cementificazione); ma è ancora troppo comodo attribuire l’alluvione al clima, alle “bombe d’acqua”, a presunti accumuli di inerti, alla vegetazione in alveo e, più recentemente, alla burocrazia.
 
Daniele Gamba
Ha parlato dell’ APPELLO PER LA SALVAGUARDIA DEI CORSI DACQUA ALLECCESSO DI SFRUTTAMENTO IDROELETTRICO con il quale le Associazioni ambientaliste, culturali e tecnico-scientifiche e i comitati di cittadini, prendendo atto
- del ritardo da parte del Governo italiano, delle Autorità di Bacino e delle Regioni nel completo recepimento della Direttiva Quadro sulle Acque, 2000/60/CE, che sostiene la necessità di ristabilire la buona qualità dei corsi dacqua e comunque di non degradarne le condizioni ecologiche;
- della necessità di promuovere azioni tese al risparmio delle risorse e dei beni comuni, alla conservazione e alla corretta gestione del paesaggio e al rispetto degli habitat naturali sulla base dei principi di partecipazione e di precauzione;
- meno del 10% dei corsi dacqua alpini mantiene ancora condizioni di naturalità elevata e anche nei corsi dacqua appenninici e nel resto del territorio italiano il livello di sfruttamento delle acque superficiali e la pressione sui corpi idrici sta rapidamente aumentando, al contrario di quanto richiederebbero gli obiettivi delle direttive europee;
- che gli incentivi statali alle fonti energetiche rinnovabili hanno scatenato una rincorsa alla costruzione di centinaia di nuove centrali idroelettriche, in particolare di piccola taglia;
- che ancora oggi molte grandi derivazioni non prevedono rilasci di deflusso minimo vitale a valle delle captazioni e più in generale le misure di mitigazione degli impatti della produzione idroelettrica sono estremamente limitate;
SOTTOLINEA  lurgente necessità di adottare tutti i provvedimenti necessari per garantire il conseguimento degli obiettivi di qualità ecologica previsti dalla Direttiva Quadro sulle Acque (2000/60/CE) e chiede, tra l’altro, alle istituzioni limmediata sospensione del rilascio di nuove concessioni e autorizzazioni per impianti idroelettrici su acque superficiali, comprese quelle attualmente in istruttoria e la contemporanea revisione degli  strumenti  di incentivo da mantenere solo per impianti che soddisfino tutti i requisiti di tutela dei corsi d’acqua e della biodiversità.
 
Gianni Repetto
Ha esordito citando un passo di “Passavamo sulla terra leggeri” di Sergio Atzeni, scrittore sardo che, raccontando la storia del suo popolo, magnifica soprattutto il modo con cui quegli antenati arcaici si muovevano “leggeri” sulla terra rispettando la natura e i suoi ritmi. Oggi, invece, il delirio di onnipotenza derivante da un malinteso umanistico (l’uomo al centro dell’universo) fa sì che gli uomini credano di poter cambiare la natura e andare contro di essa, nonostante le “lezioni” che continua a darci.
Ha citato il Vajont come esempio del fatto che in Italia non vale il principio di precauzione, ma si fa pur sapendo o facendo finta di non sapere quali saranno le conseguenze. Del resto ciò che conta è solo il denaro e forse quelle conseguenze sono funzionali a farne guadagnare ancora di più.
Ha lamentato l’abbandono del progetto di Corridoio Ecologico su Orba e Piota, ben differente dall’attuale Contratto di fiume spalmato sull’intero bacino dell’Orba. Mentre, infatti, il corridoio ecologico prevedeva delle norme cogenti di salvaguardia del corso d’acqua e delle sue sponde (fu commissionato uno studio al professor Cannata che delineò con rigore scientifico ciò che poteva o non poteva essere fatto per il bene idraulico del Piota e del tratto di Orba interessato), il contratto di fiume è sostanzialmente un accordo volontaristico tra comuni per effettuare interventi funzionali alle più disparate esigenze dei comuni stessi, che spesso non hanno niente a che fare con un’azione di salvaguardia. Per fortuna il reperimento dei fondi spetta agli stessi enti locali per cui si può ragionevolmente pensare che, se non altro, non riusciranno a fare danni
Altro punto dolente del territorio e quindi anche della gestione dei corsi d’acqua da lui evidenziato è la situazione delle Aree Protette regionali (Parchi e Riserve), considerate ormai un ingombro da chiunque vada a governare la Regione. La loro gestione, infatti,  corre seri pericoli di semplificazione e di riduzione all’ordinaria amministrazione, soprattutto se dovessero andare in porto i previsti accorpamenti di più realtà lontane tra loro, sia come distanza fisica che come problematiche dei rispettivi territori.
Ma è in generale l’idea di tutela dei territori che è in crisi, con una netta recrudescenza di clamorose infrazioni al diritto ambientale: mancanza di alcuni documenti autorizzativi e dell’analisi costi-benefici in una grande opera come il Terzo Valico, confusione tra controllore e controllato nell’espletamento della procedura di VIA, il secondo lotto dell’opera (quello che prevede la costruzione della galleria di valico) approvato senza lo studio sulle fonti, le continue deroghe alle norme di salvaguardia degli ecosistemi fluviali (ad esempio quella sul DMV, che nell’Orba consente che in estate la portata delle derivazioni sia doppia di quella che può dare il fiume).
 
Giampiero Godio
Ha illustrato il bilancio energetico, ambientale, sociale ed economico dell’idroelettrico in Piemonte.
Il 55% degli impianti hanno una bassa potenza (fino a 1 MW) ma coprono solo il 3% della potenza efficiente lorda.
Il grosso della produzione lo forniscono le centrali da oltre 10 MW (84,5%).
La produzione da idroelettrico in Piemonte è circa un settimo di quella di fotovoltaico.
In Piemonte ci sono oltre 4 milioni di mq di tetti in eternit da bonificare che potrebbero ospitare impianti fotovoltaici.
La produzione della prevista centrale sul Piota potrebbe essere la stessa erogata da impianti fotovoltaici su 5 capannoni da 1000-2000 mq oppure su una superficie di 80 x 80 mq.
Ogni anno la centrale produrrebbe 1 milione di KWh e preleverebbe 44 milioni di mc d’acqua per un tratto di 2 km (un terzo del volume del lago di Viverone).
Possiamo difendere contemporaneamente il clima e la naturalità dei fiumi con l’energia solare e con il risparmio energetico.
 
Renzo Penna
"Ha ricordato il precedente convegno dell’ottobre 2004, sempre a Silvano, dove venne lanciata l’idea del Corridoio ecologico del torrente Orba, un incontro utile (come questo organizzato 10 anni dopo)  per capire certe problematiche ambientali specialmente per un neo Assessore all’Ambiente in Provincia proveniente dal Sindacato quale lui era in quel periodo. E che il tema della tutela dell’ambiente aveva incontrato in vertenze di fabbrica – Eternit di Casale Monferrato e Acna di Cengio – legate alla difesa della salute nei luoghi di lavoro che però finiva di coinvolgere e interessare il territorio. 
Un assessorato lasciato con un anno di anticipo a cui è seguito un forte rilassamento sulle questioni ambientali. Soprattutto perché si è tornati a unificare le deleghe dell’ambiente con quelle dell’agricoltura, a scapito delle prime. A proposito dell’eliminazione dell’Ente Provincia si è meravigliato della poca contrarietà manifestata dalla politica specie in una realtà, come la nostra, dove i comuni sono molto numerosi (190), con pochi abitanti e che avranno difficoltà a far sentire la propria voce nei confronti della Regione.
Ha accennato al dibattito riemerso nel corso del recente convegno sul ventennale dell’alluvione del Tanaro: opere dimensionate per una portata di 3500 mc al secondo ma non sufficienti a contenere una piena analoga a quella del 1994, superiore ai 4000 mc -  senza realizzare le previste casse di espansione. E dove certi ponti probabilmente sono stati colpevolizzati ingiustamente.
Il modello fisico del nodo idraulico della città di Alessandria era, infatti, pronto, si aspettavano le risultanze delle prove, ma la demolizione del ponte Cittadella è stata ugualmente decisa.
Oggi il Tanaro è più basso del 1994. Sono stati estratti 10 milioni di mc di inerti lungo tutto il suo corso. Passino, il presidente dell’autorità di bacino del Po, nel 2000 in una audizione alla Camera ammise che sarebbe bastato un volume di gran lunga inferiore, ma le pressioni dei Sindaci e dell’opinione pubblica furono enormi.
Un accenno è stato fatto anche alle grandi opere che sono causa di problemi e spesso collegate ad attività di natura criminale.
Ha concluso ricordando che il paese si trova di fronte a due gravi emergenze: la disoccupazione, in particolare, giovanile e il dissesto idrogeologico causato da un eccesso di cementificazione e di consumo di suolo. In entrambi i casi un impegno sociale forte e determinato è indispensabile." 
 
Interventi dal pubblico
 
Tino Balduzzi
La maggiore produzione di energia pulita sta cambiando il mercato: L'ENEL ha appena chiuso 23 centrali termoelettriche. Ma l'energia pulita non è tutta uguale: le centrali lungo i fiumi possono influire sulle piene, il fotovoltaico no. Quelle centraline vanno quindi fermate perché, oltre che dannose per l'ambiente, sono pericolose.
Ma chi decide, la politica, spesso segue interessi diversi da quello collettivo ignorando geografia e pericoli. Basta vedere come insiste nel voler realizzare il Terzo Valico, progettato quando il pescaggio delle navi più grandi era di circa 12 metri mentre le navi più grandi di oggi non potranno entrare nei 15 metri del porto di Voltri, ma dovranno invece utilizzare, una volta terminato, il nuovo terminal da oltre 20 metri del porto di Vado Ligure che mette fuori gioco il Terzo Valico.
Francesco Fossati - Noviconsult
Il proponente del progetto della nuova centrale idroelettrica sul Piota presso la frazione La Pieve ritiene che si debba uscire “dal nostro orticello” e pensare in generale, trovare un compromesso.
Qualcuno deve rinunciare a qualcosa. Abbiamo lavorato mesi e mesi al progetto che è di dimensioni limitate: “il locale di centrale misura 6 metri  per 10 e non crea problemi”.
C’è il lago a monte (Lavagnina) che rilascia una portata artificiale e noi la turbiniamo.
Faremo un monitoraggio continuo e fermeremo l’impianto se ci dovessero essere impatti negativi.
L’impianto comporterà benefici: una convenzione che prevede l’installazione di un impianto fotovoltaico su un edificio pubblico, la spiaggetta dei silvanesi e cartellonistica.
Igor Albani  (ex Assessore Comune di Silvano oggi Consigliere di minoranza)
Lamenta il fatto che il Contratto di fiume non ha risolto niente e ritiene pericoloso il rifacimento a quota più alta della traversa. La portata rilasciata dalla diga a monte è fondamentale per la vita del torrente e non deve essere ulteriormente sottratta.
Il canale esistente, che dovrebbe convogliare l’acqua del Piota alla centrale, è a cielo aperto e serve a raccogliere le acque piovane ma nell’ultima versione del progetto lo si vorrebbe tombare realizzando una condotta in cemento.
Giuseppe Coco Vice Sindaco di Silvano
Ritiene che il convegno abbia fornito un’ottima rappresentazione della realtà.
Stima Fossati per il suo intervento contro corrente, ma ammette che in passato sono stati fatti degli errori e ritiene sia giusto dire no al progetto.
Giuliano Cannata non ha potuto raggiungere Silvano a causa del blocco strade e ferrovie a Genova. Purtroppo non abbiamo quindi il suo intervento che era quello più atteso.