mercoledì 15 ottobre 2014

#sbloccafuturo

Le osservazioni di Legambiente al decreto Sblocca Italia
Avrebbe dovuto “sbloccare l’Italia”, incidendo strategicamente nel quotidiano dei cittadini e degli attori della pubblica amministrazione, mediante un effettivo snellimento delle procedure e una reale delegificazione. Nella realtà, invece, il decreto Sblocca Italia introduce solo innumerevoli deroghe ed eccezioni, la cui applicabilità dovrà essere volta per volta valutata con lunghe analisi dei requisiti e dei presupposti, determinando un ennesimo stato di confusione e un allungamento dei tempi.  Ricorre a piene mani allo strumento del commissariamento, dimenticando le passate disastrose esperienze di gestione commissariali in tema di gestione dei rifiuti, depurazione, fognature, bonifiche, rischio idrogeologico che, oltre a non aver risolto le decennali emergenze, sono state esse stesse causa di sprechi, di blocco delle procedure, d’inchieste a scapito della trasparenza e della legalità. Si tratta di un provvedimento che racchiude una visione vecchia, che non coglie le sfide del 21° secolo e sbaglia la scelta delle priorità senza individuare criteri di utilità effettiva per il territorio e i cittadini. Il DL Sblocca Italia avrebbe potuto essere uno “Sblocca Futuro”, se gli interventi normativi, le semplificazioni, gli standard di prestazione di efficienza avessero risposto a un chiaro disegno di trasformazione del paese nella direzione dello sviluppo di un’economia circolare e low carbon.
Per dare il suo contributo alla discussione parlamentare Legambiente ha elaborato delle proposte di modifica all’articolato del Dl Sblocca Italia Scarica il documento

I commenti e le proposte di Legambiente al DL Sblocca Italia si concentrano in 6 questioni fondamentali:
Bonifiche Efficienza energetica Inceneritori
Mobilità Petrolio Rischio idrogeologico

MOBILITAZIONE
15 ottobre conferenza sul tema petrolio- organizzata da Greenpeace, Legambiente e WWF - a Roma presso la sala stampa della Camera dei Deputati. Parteciperà anche il Movimento No trivelle. Tra il 17 e il 30 ottobre iniziative nei territori a rischio trivelle come Siracusa, Potenza, Pescara e Bari.
Non mancheranno sit-in in tutta Italia a partire dall’appuntamento romano del 15 e 16 ottobre, a Piazza Montecitorio: due giorni di presidio con comitati e cittadini per ricordare che le vere risorse strategiche dell’Italia sono il nostro sistema agro-ambientale, il turismo, le rinnovabili diffuse, le filiere del riciclo e del riutilizzo e non un'anacronistica corsa all'oro nero. Al momento hanno aderito al presidio oltre 50 sigle locali e nazionali come No Triv, Forum italiano dei movimenti per l'acqua, Forum Salviamo il Paesaggio e Coordinamento nazionale siti contaminati.
 

APPROFONDIMENTI
#sbloccafuturo, viaggio nell’Italia delle opere incompiute: 101 cantieri fermi da anni che gravano pesantemente sull'economia e la vivibilità del Paese 
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